Un piccolo appartamento di soli 45 mq; l’ambiente progettato come spazio unico continuo, articolato attorno al blocco funzionale centrale, concepito come elemento dinamico e disciplinatore dello spazio interno, sia fisico che visivo, risulta strutturato dal disassamento del blocco stesso e dai complessi giochi di distorsione della prospettiva euclidea da esso indotti. La simultaneità dei movimenti reciproci suggeriti da linee di forza e piani, sulle quali questi ultimi sembrano voler scorrere fino a pregiudicare la statica del blocco, esprimono risultanti volumetriche fortemente articolate e caratterizzate secondo una dialettica di reciproco, continuo scambio fra significati simbolici e funzionali. L’uso del colore è a sua volta elemento compositivo più che decorativo, necessario a sottolinearne funzionalmente ed emotivamente i rapporti spaziali e le dinamiche volumetriche. La percezione dinamica è avvertibile in modo intuitivo; l’instabilità derivante indotta da ciò, è sottolineata dalla “traslazione” della quinta di fronte all’ingresso lungo la propria linea di forza, che si traduce nel parziale “sfilamento” della testa della putrellina in vista, su cui poggia a sbalzo il piano che sottolinea l’abbassamento portante, dal montante verticale. La traslazione reciproca induce ad una percezione prospetticamente “falsata” dello spazio che tende a dilatarne visivamente la dimensione, sia aumentando la profondità della percezione verso l’ingresso, sia introducendo una linea di forza virtuale fra i punti corrispondenti rispetto alle ortogonali “prevedibili” disattese, che diviene “la principale linea di forza” percepibile, anche se è l’unica a non essere stata tracciata fisicamente. La tessitura del pavimento del blocco centrale “scivola” al di sotto del muro divisorio fino a diventare l’appoggio naturale per il blocco cucina, sottolineando ancora una volta, con il colore e la finitura, quanto già evidenziato dalla dinamica dei piani e da quella dei volumi, veri o “presunti”.